SUPERMAN

Regia di James Gunn
Un film con David Corenswet, Rachel Brosnahan, Nicholas Hoult, Edi Gathegi, Anthony Carrigan
Genere Fantascienza – USA, 2025, durata 129 minuti
Distribuito da Warner Bros Italia.
Venerdì 5 settembre – ore 21.00
Sabato 6 settembre – ore 21.00
Domenica 7 settembre – ore 21.00
Martedì 9 settembre – ore 21.00
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Rivelatosi già tre anni fa a un mondo dove vivono diversi coloriti metaumani, Superman è intervenuto in un conflitto armato tra due nazioni, per fermare un massacro. Questo ha dato vita a un incidente geopolitico complesso: la Nazione da lui ostacolata è storicamente alleata degli Stati Uniti, di cui Superman è cittadino. Un metaumano proveniente da quella nazione arriva così a Metropolis e sconfigge l’Uomo d’acciaio – è la prima volta che qualcuno ci riesce. Volato al sicuro in Antartide, Superman chiama in soccorso il supercane Krypto che, non senza prima strapazzarlo un po’, lo trascina al sicuro nella Fortezza della Solitudine. Nel mentre Lex Luthor, coinvolto anche nella guerra dove Superman è intervenuto, porta avanti un insidioso piano per scoprire i segreti della sua nemesi screditarne l’immagine e avere finalmente l’autorizzazione del governo per eliminarlo.
Una nuova versione del supereroe per eccellenza, al tempo stesso classica e al passo con i tempi, capace di intercettare numerose questioni di attualità, problematizzando il concetto di un eroe che vuole solo fare del bene di fronte alle contraddizioni e alle confusioni della contemporaneità.
Lex Luthor incarna diversi grandi mali del presente: si avvale della manipolazione dei conflitti militari e delle distorsioni di Internet come strumento di informazione, inoltre le sue azioni riecheggiano temi come la repressione degli immigrati, con tanto di supercareri, e la rampante ascesa dei miliardari nella politica americana. Eppure il film è coloratissimo e mai troppo serioso, tragico e buffo al tempo stesso come è nello stile di James Gunn. La sua non è un’impresa semplice: introduce da zero – senza rinarrarne le origini – non solo Superman, ma pure altre figure dell’universo DC Comics, mettendoci in mezzo sia una trama molto articolata, sia l’adorabile ma ingombrante presenza del cane Krypto. Il primo atto fatica a prendere il volo: la spettacolarità e il senso di meraviglia non bastano a compensare una trama didascalica che deve necessariamente spiegare di Luthor, del suo piano, di Metropolis, della provenienza di Superman, del caratteraccio di Krypto, della “Justice Gang” e pure di un conflitto fittizio che ricorda chiaramente sia quello in Ucraina sia quello in Palestina.
L’ironia, da sempre cifra stilistica di Gunn, trova il suo baricentro in Lois Lane: giornalista d’assalto e compagna di Superman, lo intervista in una sorta di gioco di coppia, mettendolo di fronte alle sue contraddizioni. È lei la sua ancora, la bussola morale che lo tiene con i piedi per terra. Lo conosce, si fida, ma sa anche quanto facilmente le sue azioni possano essere fraintese. Il Superman di Gunn è molto umano, forse persino troppo, e scoprirà di aver sempre frainteso un elemento centrale del proprio passato kryptoniano. Da ragazzo di Smallville, cresciuto con un forte senso della decenza e della giustizia, si trova catapultato in un mondo cinico e baro, sempre pronto a rinnegare i suoi eroi. Lex Luthor è un villain spregiudicato e pericolosissimo, dai mezzi quasi illimitati. Perché sia davvero insidioso non può essere, come invece passato, qualcuno che non conosce il mondo dei metaumani ed è anzi perfettamente integrato a essi, ne ha diversi al proprio servizio, collabora con il governo e ha approntato tecnologie assolutamente incredibili. Accanto a lui ci sono Engineer e Ultraman, la prima odia ferocemente Superman per un motivo che non sarà chiarito nel film, mentre il secondo, silenzioso e mascherato, sembra in più di un senso il Black Noir dei fumetti di The Boys, anziché l’Ultraman dei fumetti DC Comics..
Del resto il mondo che ci viene proposto dal film ha anche un supergruppo di più disincantati superesseri: la Justice Gang. Su di loro non vengono date spiegazioni, anche se non si tratta di personaggi noti al grande pubblico: l’arrogante Lanterna Verde Guy Gardner, la rabbiosa Hawkgirl e l’intelligentissimo ma più o meno anaffettivo Mr. Terrific, a cui è dedicata una sequenza d’azione a ritmo di musica tipicamente gunniana.
Un ruolo cruciale è poi conferito al cane Krypto, irruento e disubbidiente, è tenuto da Superman solo “in affido” e motiva l’eroe a gesta anche sconsiderate pure di salvarlo. L’idea che l’animale soffra o sia spaventato è intollerabile a Superman e gli dà una causa di indubbia empatia con il pubblico di qualsiasi fede politica – Gunn del resto aveva già usato con successo il tema della crudeltà sugli animali nel terzo film dedicato ai Guardiani della Galassia. Altre questioni sono più controverse: il Paese invasore ha elementi che richiamano la Russia, ma il Paese invaso e la sua gente ricordano la Palestina. Inoltre ci si metta che l’invasore è storico alleato americano come Israele e pure che i genitori di Superman parlano in un kryptoniano che suona come l’ebraico, questioni piuttosto coraggiose per un film mainstream come questo. Più consueta la critica al capitalismo di Luthor, che usa bot per attaccare Superman sui social e traffica nella militarizzazione della sicurezza. Tanto Rachel Brosnhan è perfetta per il tono da commedia romantica e l’arguzia della giornalista Lois Lane, quanto Nicholas Hoult stupisce con un Luthor davvero sadico e mai così minaccioso. David Corenswet infine ha il volto giusto per un Superman che vuole essere buono, a volte ingenuo a volte astuto, spesso incompreso da un mondo troppo disilluso per credere in uno come lui.
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