Poveri ma ricchissimi

Regia di Fausto Brizzi.
Un film con Christian De Sica, Enrico Brignano, Lucia Ocone, Bebo Storti, Lodovica Comello.
Genere Commedia – Italia, 2017, durata 90 minuti.
Distribuito da Warner Bros Italia.
Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13

Venerdì 5 gennaio, ore 21.00
Sabato 6 gennaio, ore 18.00 e 21.00
Domenica 7 gennaio, ore 18.00 e 21.00
Martedì 9 gennaio, ore 21.00

Solo Martedì per TUTTI Biglietto € 4,00

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La famiglia Tucci scopre di non aver perso davvero tutto il proprio denaro e, rifiutandosi di pagare le tasse italiane, decide di trasformare Torresecca in un paradiso fiscale, facendo leva su una svista burocratica post Unità d’Italia. I Tucci realizzano il sogno di molti italiani: non assoggettarsi alle regole (soprattutto quelle più vessatorie) del proprio Stato di appartenenza. E poiché Torresecca è un principato a conduzione famigliare, il pater familias Danilo diventa anche Presidente del Consiglio ed emana decreti in base alle proprie convinzioni e all’estro del momento. Non tardano a presentarsi gli attriti con la madrepatria, e anche all’interno della famiglia Tucci si creano svariate scissioni, soprattutto quando Danilo scopre di avere una figlia frutto di una relazione occasionale. Riusciranno i nostri eroi a ricompattarsi secondo la formula “uno per tutti, Tucci per uno”?

Poveri ma ricchissimi è il seguito del fortunato Poveri ma ricchi, che era riuscito a “localizzare” nella provincia italiana una commedia francese campione di incassi oltralpe.

Ma come ogni seguito di un’idea non autonomamente generata, il secondo episodio tende a mostrare la corda, anche se in scrittura si sono aggiunte forze nuove (oltre al regista Fausto Brizzi e al suo storico sodale Marco Martani) e, in teoria, più innovative: il duo Fabio Guaglianone e Fabio Resinaro (già autori di Mine) al soggetto e Luca Vecchi dei The Pills alla sceneggiatura. L’ispirazione originale di trasformare la famiglia protagonista in un gruppo di coatti laziali alle prese con l’improvvisa ricchezza si trasforma in questo secondo episodio in qualcosa di molto diverso, allo stesso tempo interessante e deludente: interessante perché, ipotizzando una Brexit ciociara, mette a fuoco alcune delle assurdità della vita pubblica italiana, come l’inutile e costosa presenza dei notai.

Deludente perché Poveri ma ricchissimi non affonda mai il colpo sul populismo e/o sul conservatorismo delle forze politiche italiane, intesi come tendenze storiche del nostro Paese (non necessariamente come caricature pre elettorali), e si muove con eccessiva cautela su un terreno che avrebbe dovuto fornire innumerevoli spunti comici e satirici. Persino l’ipotesi di un ritorno alla lira, così fortemente legata all’attualità, è mal sfruttata a scopo umoristico.

Il cast invece continua a funzionare, soprattutto i siparietti fra Christian De Sica ed Enrico Brignano (De Sica è giustamente accreditato come collaboratore alla sceneggiatura) e il one woman show di Lucia Ocone, cui la storia riserva lo spazio consono a una Fister Lady. Sulla formidabile Anna Mazzamauro purtroppo a questo giro viene dirottata buona parte della volgarità, come se le parolacce in bocca a una persona anziana fossero più lecite (o più divertenti).
Tristi le apparizioni di Paolo Rossi nei panni del padre di Valentina (la puntuale Lodovica Comello) e Massimo Ciavarro, in una digressione francamente inutile (e greve). Ma la vera star sembra essere Sky cui vengono dedicati infiniti spottoni, anche se il nome della pay tv non appare nel press book fra gli sponsor (in un film dove l’assenza del nome del regista fra i credit ha già fatto molto parlare di sé).

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