Godzilla e Kong – Il nuovo impero

Regia di Adam Wingard.
Un film con Rebecca Hall, Brian Tyree Henry, Dan Stevens, Kaylee Hottle, Alex Ferns.
Titolo originale: Godzilla x Gong – The New Empire.
Genere Azione, Avventura, Fantascienza, – USA, 2024, durata 113 minuti.
Distribuito da Warner Bros Italia.
Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13

Sabato 6 aprile, ore 21:00
Domenica 7 aprile, ore 18:00 e 21:00
Martedì 9 aprile, ore 21:00

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Dopo la scoperta della Terra Cava, il mondo non è più lo stesso. Kong ne abita le profondità e cerca altri della sua specie, mentre Godzilla nuota nei mari di superficie sfidando e tenendo a bada gli altri titani in giro per il mondo, per esempio a Roma. Nella Terra Cava però strane scosse turbano tanto Kong quanto l’unica sopravvissuta di Skull Island, la giovane Jia, adottata dalla scienziata Ilene Andrews. Quest’ultima, per comprendere cosa sta succedendo a Jia, si affida al complottista Bernie Hayes e realizza il suo sogno: visitare la Terra Cava. Qui però titanici mostri scorrazzano ovunque, persino le piante sono pericolose e soprattutto qualcosa sembra si stia risvegliando nelle profondità. Una profezia rivelerà che questi eventi sono legati tanto a Godzilla, che infatti inizia a dare la caccia a quanti più nemici possibili per assumerne il potere fino, quanto a Kong e a Jia.

Quinto capitolo cinematografico del MonsterVerse e secondo diretto da Adam Wingard Godzilla e Kong – Il nuovo impero conferma la trasformazione fracassona, spettacolare e del tutto innocua della serie.

I titanici protagonisti, che già solo per le loro dimensioni dovrebbero risultare sconcertanti, sono ormai una vista consueta, con Godzilla che qui è stato addirittura come “barbieficato” da nuove tonalità rosa-fucsia – che ne dovrebbero rappresentare l’accresciuto potere ma sembrano più che altro un espediente per vendere nuovi giocattoli. Le devastazioni di città storiche sono ormai di routine (a Roma però i mostri dimostrano il buon gusto di abbattere il Vittoriano), ridotte a parentesi d’azione per non far abbassare troppo il ritmo.

Sebbene la sceneggiatura sia costruita più che mai su un’interminabile sinfonia di ringhi, guaiti, ruggiti (e a un certo punto si aggiunge il suono più acuto prodotto dal ritorno di uno dei kaiju più amati), i dialoghi tra gli esseri umani riescono ancora una volta a essere meno interessanti delle espressioni delle bestie. Il didascalismo, la ripetitività e la banalità dominano sovrani e addormentano due terzi buoni del film, che poi fortunatamente si risveglia in un fracasso di folli proporzioni. I kaiju si sfidano infatti nella Terra Cava e in superficie, a volte ancorati al suolo e a volte fluttuando a gravità zero. La loro inumana battaglia attraversa persino il mondo intero, più o meno come in una di quelle barzellette dove si suppone che scavando nel suolo si possa sbucare fino in Cina. Qui invece si attraversa la Terra Cava, passando dalle Piramidi d’Egitto fino alle spiagge del Brasile – ma il miglior uso di un monumento lo vince il Colosseo, scambiato da Godzilla per una comoda cuccetta dove arrotolarsi a riposare beatamente.

Wingard si conferma abile a mettere in scena un’azione fluida e ricca di elementi in movimento, eppure sempre chiara nelle proprie complesse geometrie. Dopo l’esperienza del film precedente alza l’asticella aumentando i contendenti e da uno scontro a tre si passa a una battaglia tra più di cinque kaiju. Da una parte del ring si trovano Godzilla, Kong, un piccolo Kong già visto nei trailer e il redivivo mostro che preferiamo non rivelare. Dall’altra c’è lo Scar King che è una sorta di anti-Kong; un gigantesco rettile coperto di cristalli e dal soffio congelante, che è una sorta di anti-Godzilla, e in più i numerosi seguaci dello Scar King.

Il McGuffin intorno a cui ruota lo scontro è l’arma di quest’ultimo: un’immensa colonna vertebrale usata come frusta, all’estremità della quale si trova un cristallo che permette di controllare il rettile sputa ghiaccio.

In tutto questo gli umani possono solo limitarsi a osservare, anche se una lancia va spezzata per Dan Stevens – con Wingard aveva già lavorato nel buon The Guest – che qui interpreta una sorta di veterinario pazzo. Toccherà a lui risolvere un problema odontoiatrico di Kong e pure altre difficoltà nella Terra Cava, il tutto sempre a ritmo di musica sparata dal suo velivolo. La serie però si è ormai fatta un prodotto per famiglie e così un ruolo cruciale tocca alla bambina Jia; inoltre i mostri si combattono come supereroi del Marvel Cinematic Universe, con tanto di salti al rallentatore di una fazione contro l’altra in stile Civil War.

Del resto, a ben vedere, la Marvel ha pubblicato fumetti di Godzilla in America (negli anni ’70) e pure King Kong non ha mancato di apparire nei comics americani, incontrando anche i supereroi della Justice League. Insomma, che le produzioni Usa del MonsterVerse prendessero a lungo andare questa deriva infantile era probabilmente inevitabile. Rimarcando così la totale superiorità del recente Godzilla: Minus One, ancora capace di mantenere al centro della storia l’umanità dei suoi personaggi e di rendere il senso di paralizzante orrore di fronte alla catastrofe. Che i film americani del MonsterVerse ritrovino questo respiro sembra purtroppo ormai da escludere.

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