Forza maggiore

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Un film di Ruben ?stlund.
Con Johannes Kuhnke, Lisa Loven Kongsli, Clara Wettergren, Vincent Wettergren, Kristofer Hivju.
Titolo originale Force Majeure.
Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 118 min.
Francia, Danimarca, Germania 2014. – Teodora Film

PROGRAMMAZIONE:
13, 16 Novembre Ore 21.00
15 Novembre Ore 18.00

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Tomas e Ebba sono i genitori di Vera e Harry. Tomas lavora molto, dunque questa vacanza sulle Alpi, hotel di lusso e giornate dedicate allo scii tutti insieme, parte con grandi aspettative. Ma accade un imprevisto. Mentre siedono per pranzo ai tavoli all’aperto di un ristorante panoramico, una valanga si dirige a grande velocit? verso di loro e pare destinata a travolgerli. L’istinto di Tomas ? quello di mettersi in salvo il pi? in fretta possibile, l’istinto di Ebba ? quello di proteggere i figli ed eventualmente morire con loro. La valanga si arresta prima e i quattro rientrano sani e salvi. Ma qualcosa nella coppia si ? incrinato ed ? una crepa che ? destinata ad aprirsi sempre di pi?.

Basta questo breve resoconto dell’incipit del film per capire che siamo in presenza di un’ottima idea, che il regista svedese, gi? autore del notevole Play , sa sfruttare al meglio.

Colpito dai risultati di una serie di ricerche che osservavano un incremento dei divorzi nelle coppie sopravvissute ad un’esperienza fortemente drammatica (un dirottamento o uno tsunami, per esempio), Ostlund raccoglie la suggestione e la trasforma in cinema, innescando un parallelismo tra il percorso inarrestabile di un’emozione e quello del tutto simile di una slavina.

Come nel miglior cinema d’alta montagna, allora, il corpo e la psiche degli attori si muovono in silenziosa corrispondenza con la natura, libera e minacciosa, ma non si pensi ad un film drammatico, perch? con Turist si ride moltissimo. Come in una commedia degli equivoci, infatti, il virus che ha colpito Tomas e Ebba si diffonde rapidamente ad intaccare le certezze dei loro ospiti pi? giovani, modificandosi per adattarsi alle diverse condizioni della loro coppia ed esacerbare i loro specifici non detti.

La trasferta della famiglia svedese nelle montagne francesi ? anche l’occasione, per il regista, per guardarsi dall’esterno e criticare il mito della solidariet? scandinava di contro alla legge della giungla dell’individualismo, del dialogo come pratica consolidata di contro agli accessi d’ira o alle scenate d’isteria, e soprattutto del discorso di genere politicamente corretto, per cui le differenze tra uomini e donne sono diventate un argomento curiosamente tab?.

Le lunghe inquadrature a macchina fissa, marchio di fabbrica del regista e dichiarazione aperta di una poetica che aspira a mescolare ironia ed entomologia, si arricchiscono in quest’occasione della potenza evocativa che viene dal paesaggio, dal suo bianco destabilizzante e dalle profondit? delle gole, in esterni, ma anche dall’architettura degli interni, tanto moderna quanto a suo modo alienante, e del commento musicale, pensato -non senza divertimento- come una sorta di “destino che bussa alla porta”.

Come in Play, il finale ? la parte meno sicura e pi? stiracchiata dell’insieme, ma in generale Turist ? una graditissima conferma del talento di Ostlund e del suo cinema dell’assurdo sociale, intelligente e rivelatore.

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