Quando hai 17 anni

Un film di André Téchiné.
Con Sandrine Kiberlain, Kacey Mottet Klein, Corentin Fila, Alexis Loret, Jean Fornerod.
Titolo originale Quand on a 17 ans.
Drammatico, durata 116 min.
Francia 2016. – Cinema

PROGRAMMAZIONE:
Venerdì 11 novembre ore 21.00
lunedì 14 novembre ore 21.00

Damien ha diciasette anni e frequenta con profitto il liceo. Figlio di un pilota in missione e di una madre dottoressa, da qualche tempo ha un problema. Un problema che ha il volto e il piglio sfrontato di Tom, che non perde occasione a scuola per provocarlo. Figlio adottivo di una coppia che gestisce una fattoria in montagna, Tom ha paura di amare e tiene a distanza chi vorrebbe tanto farlo. Come Damien che con la pubertà ha scoperto il desiderio e la sua inclinazione sessuale. Ma Tom non ci sta e tra loro il confronto si fa aspro. Poi la vita, scandita da trimestri, irrompe gravosa togliendo o donando dentro una nuova stagione.
André Téchiné ha già raccontato con L’età acerba la nascita di un sentimento travagliato e di un desiderio che monta in piena natura, nondimeno sarebbe un errore ridurre Quando hai 17 anni alla sola descrizione di una passione adolescenziale. Perché il film dell’autore francese si misura con pudore e intelligenza con la virilità, la filiazione e tutto quello che determina profondamente gli individui. Téchiné ancora una volta dimostra la volontà di indagare gli insondabili sentimenti umani, partendo proprio dall’istintualità dell’adolescenza e adoperando una strategia situazionale dove la macchina da presa scruta al millimetro il corpo e scava nell’enigmatica impulsività adolescenziale.
Il punto di vista dei giovani protagonisti è rapportato sempre al nucleo familiare e sociale la cui riformulazione è al passo con la storia. Se L’età acerba abitava nella Francia del conflitto algerino, Quando hai 17 anni è ficcato nelle montagne dell’Ariège e in un Paese assediato e sospeso tra raid aerei e missioni di pace. Damien è figlio di un pilota dell’Armée de l’Air in missione e ‘allievo’ di un ex militare che lo fa boxare convogliando sul punching ball la sua rabbia giovane. Avvicinati gli spettacolari paesaggi montani, Téchiné interpone la natura con la visibilità totale dei personaggi, adolescenti, genitori, militari, ex militari, contadini, insegnanti, presidi, una comunità umana che collabora, si soccorre e si sostiene.
C’è qualcosa d’immaginabile e insieme utopico nella maniera in cui Téchiné mostra i suoi personaggi senza mai contrapporre le classi sociali. Perché come spiega molto bene al figlio la madre di Sandrine Kiberlain non bisogna avere paura ma ‘confidenza’ nella vita, davanti all’amore salta tutto, le etichette sociali come i pregiudizi sessuali. Ma “quando i tigli sono verdi lungo i viali” e “il cuore è folle come Robinson in un romanzo” sei diffidente e preparato agli attacchi. Damien e Tom hanno soltanto diciassette anni e prima di amarsi e (af)fidarsi devono cercarsi, battersi, affrontarsi, darsele di santa ragione dentro una natura selvaggia sulla quale scorre il tempo e le stagioni. Diviso in trimestri e lungo nove mesi, intervallo in cui si nasce (la sorellina di Tom) e si muore (il padre di Damien), Quando hai 17 anni pedina i suoi personaggi risaltando al microscopio la loro corporalità, fino a raggiungere per via epidermica il cuore inesplorato delle emozioni.
Rinvigorito dall’aria di montagna e dalla scrittura di Céline Sciamma (Diamante nero), Téchiné si ritrova e ritrova il suo cinema. Elusa la spettacolarizzazione e i sentimenti rosa dei film commerciali, coglie di nuovo la chiarezza dell’essere, lasciando emergere tutto il disagio del movimento osservato, ripetuto, arrampicato sui rilievi della vita. Disagio agito da Corentin Fila e Kacey Mottet Klein, derivati dalla lirica di Arthur Rimbaud (“On n’est pas sérieux, quand on a dix-sept ans”) e pieni di un’aggressività che si nutre della reciproca aggressività. Tra loro si accomoda la madre rigenerante e rigenerativa di Sandrine Kiberlain, compresa in uno dei suoi ruoli più belli, che accudisce e ascolta l’impetuosa inquietudine dei figli. Uno biologico, l’altro ‘orfano’ e riflesso speculare di suo figlio. Partecipanti liminali alla soglia di due piani esistenziali, ambigui, aperti a tutto e splendidamente indeterminati, Damien e Tom esistono in una zona fisica ed emotiva di passaggio, in uno stadio di vaghezza perenne. A settantatre anni Téchiné mette in scena l’età acerba, quella nuda, irrazionale, inconsequenziale, mossa dall’emozione del momento, variabile come le stagioni, presa a pugni, vestita di lividi, avida di vita.

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